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Il primo agglomerato urbano fu fondato attorno all’anno mille.
Dopo essere stato raso al suolo nel 1461 dall'eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Skandeberg, il paese fu nuovamente fondato da un nucleo di profughi albanesi, gli Schiavoni, fuggiti dalla patria dopo l'invasione turca. Ancora oggi il paese è sede di una delle piccole comunità di origine albanese ancora presenti in italia: i suoi abitanti parlano tutt'oggi l’arbëreshë.
Una delle caratterizzazioni urbanistiche principali del centro storico è la sua forma a scacchiera determinata dallo sviluppo ottocentesco del borgo. In pieno centro storico si affaccia su una bella piazzetta la Chiesa di SS. Pietro e Paolo, mentre al limite settentrionale del borgo sorge Santa Maria delle Grazie. Uscendo dal paese verso est si incrociano i resti di una torre cilidrica, chiamata tradizionalmente la Torre dei Briganti.
Casalvecchio a causa della sua storia possiede tradizioni, legate ai canti, alla cucina, al folklore molto peculiari, e custodi di un sentito valore identitario.