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In località Sterparo sorgeva in epoca remotissima un importantissimo luogo di culto, testimoniato dal ritrovamento di numerose Stele funerarie antroporfe, risalenti al III millennio a.C. Alcune teorie individuano in Castelluccio il villaggio (Oppidum) dalle acque benefiche e salutari, raccontato nella Quinta Satira di Orazio, conoscitore degli villaggi che sorgevano lungo la Via Appia, a cassa dei suoi frequenti viaggi tra Roma e Brindisi. A testimoniare la storia del luogo in località Lamia sono visibili i resti del cosidetto pozzo d'Annibale: la tradizione infatti vuole che sia stato il Cartaginese a farlo costruire per soddisfare le necessità delle sue truppe, che si stanziarono a lungo in questi territori durante la seconda guerra punica.
Il primitivo insediamento urbano crebbe e si ampliò sotto diverse dominazioni, durante quella bizantina assunse l’attuale denominazione di Castelluccio dei Sauri, per la presenza nel territorio di un nucleo della Cavalleria Isaurica. ll primo documento certo l'esistenza del paese risale al 1118, anno in cui il conte Roberto II di Loretello ne fece dono al Capitolo della Chiesa di Bovino. Sotto la dominazione sveva di Federico II, il paese divenne una "masseria" regia.
In epoca angiona torna tra i possedimenti del Captolo Bovinese. Inizia una fase di declino per il borgo, che lo porterà al completo spopolamento verso la metà del XV sec. In seguito, ripopolato da una colonia albanese, e noto per questo come Castelluccio degli Schiavi, venne fatto incendiare nel 1549 dal viceré Pietro di Toledo per punire le violente ribellioni dei suoi abitanti. Nel 1564 Giovanni Guevara, signore di Bovino, acquista il feudo di Castelluccio dei Sauri.
Oggi Castelluccio dei Sauri è conosciuto soprattutto dagli amanti dei cavalli, grazie al grande ippodromo che ospita gare ippiche di livello nazionale.