Cacc' e Mitt di Lucera
Curiosità e leggenda si mescolano intorno a questo vino dal cui nome deriva la metodica di produzione che avveniva nei “palmenti”, cioè masserie attrezzate con vasche.
Questi contenitori, di proprietà del latifondista, venivano dati in affitto per la pigiatura delle uve, al cui termine l’utilizzatore doveva trasferire il mosto nella propria cantina.
Da questa particolare metodica del “Cacce” (cacciare il mosto fuori dal palmento) e “Mmitte” (mettere l’uva del successivo utilizzatore), fu coniato il suo nome.
L’uvaggio maggiormente presente in questo vino è il nero di Troia, ma è ottenuto anche dai vitigni Montepulciano, Sangiovese, Malvasia nera di Brindisi, Trebbiano toscano, Bombino bianco e Malvasia bianca.
Il blend di uve e l'obbligo da disciplinare di produzione di utilizzare fino al 30% di uve bianche per la sua vinificazione conferiscono al vino un colore inimitabile.