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Dal vecchio ponte sul fiume Cervaro si accede ad una notevole costruzione che si sviluppa massiccia su pianta quadrata, con ampio cortile. L’edificio è diviso su due piani, presenta grandi volte a botte, campate e archi impostati su piedritti in pietra squadrata. La Taverna del ponte è stata nei secoli fulcro di scambi commerciali, luogo principe degli incontri tra contadini e mercanti, e punto di ristoro per oziosi viandanti, che si avvicendavano nei locali dell’osteria. Sorta probabilmente sui resti di un villaggio sannita (IV sec. a.C.), la Taverna in età augustea era stazione di posta per chi viaggiava lungo la via consolare Minucia: qui avveniva il cambio dei cavalli ed era possibile acquistare i servizi di carrettieri, maniscalchi e veterinari.
Nel 1205 il vescovo Roberto di Bovino dotò la Posta di un ospizio e di una chiesa intitolata all’Arcangelo Michele e nel 1564 venne acquistata dai Duchi Guevara che le diedero l’attuale impianto.
La sua storia resta connessa nei secoli agli scambi, alla comunicazione e ai viaggi. A seguito dell’istituzione del servizio postale statale divenne una delle stazioni di posta più importanti del Regno di Napoli e nel 1806, sotto Giuseppe Bonaparte, diventò sede della Gendarmeria per difendere il servizio postale dai briganti che imperversavano nel Vallo del Cervaro. Con l’avvento del trasporto su strada ferrata, dato il passare in sua prossimità della linea appunlo-campana, parte di essa venne adibita a deposito per il carbone delle locomotive a vapore sul tratto Caserta - Foggia. In seguito fu usata prima per la cernita del tabacco, quindi come granaio. Oggi è proprietà privata, ed è stata recentemente parzialmente restaurata.