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Chiesa eretta nella seconda metà del Duecento dai Frati Minori Conventuali, che la dedicarono a San Francesco, divenne terza cattedrale ascolana, in seguito ad un terremoto che distrusse la precedente sede vescovile.
La basilica ha conservato l'elegante facciata tardo romanica tripartita da lesene, con i tre portali sormontati da baldacchini marmorei e lunette ogivali, mentre ai lati vi sono due tronchi di colonne antiche. L’interno a croce latina, con tre navate ed altrettante absidi, è stato invece profondamente modificato nel tardo Rinascimento. La volta della navata centrale è decorata con affreschi del XVIII secolo. Tra questi la "Natività della Beata Vergine Maria" di Vito Calò.
Contenitore di opere d’arte di notevole valore, la basilica custodisce il "Transito di San Giuseppe" di Corrado Giaquinto, la "Madonna del Rosario" di Paolo De Matteis e “Cristo consegna le chiavi a san Pietro” di Francesco Satulli Inoltre sempre qui è conservato il pregevole busto reliquiario di San Potito Martire.