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I lavori della nuova fabbrica cominciarono nel 1569, per volere del Barone Carlo Gambacorta e l'edificio venne rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, tanto da stravolgerne l'aspetto originario.
La facciata, oggi in mattoni facciavista, originariamente rispecchiava i canoni stilistici del romanico abruzzese, di cui rimangono il rosone e le volute. Attraverso quattro rampe di scala, in pietra locale, con inferriate in ferro battuto, si accede al sagrato su cui si aprono le tre porte di ingresso. Quella principale è ornata e sottolineata da un protiro, con lesene scanalate, capitelli corinzi e timpano.
La pianta dell’edificio è a croce latina a unica navata; i 13 altari barocchi che la caratterizzavano furono improvvidamente demoliti nel 1970. L'interno custodisce le statue lignee settecentesche di San Giuseppe con Bambino, dell’Immacolata, entrambe di Giacomo Colombo, di San Giovanni Battista, oltre alle tele raffiguranti San Giorgio del Siciliani e l’Assunzione della Vergine del 1656 di Benedetto Brunetti.
Di particolare pregio è il fonte battesimale in pietra bronzina locale del XVI secolo. Bellissimo infine il portale della Sagrestia, proveniente dall'originaria chiesa cinquecentesca di Santa Maria delle Grazie, crollata nel1838. I montanti diritti, sormontati da capitelli, sono decorati con rosoni a rilievo a stella, uno dei capitelli mostra un leone rampante, richiamo alla famiglia gentilizia dei Gambacorta. Anche il frontone è finemente decorato con rilievi di diverso tipo.