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Se non fosse per l'edicola votiva con l'immagine di San Filippo Neri posta in facciata e del sovrastante piccolo campanile a vela, non si direbbe di essere di fronte ad una chiesa.
L'origine civica dell'edificio, che fu un’abitazione fino al 1623, quando il proprietario arciprete Don Sante De Santis la donò ai Rosetani, è denunciata dalla presenza di un balcone, da cui ogni 26 maggio, per i festeggiamenti in onore del Santo, vengono lanciati pane e ortaggi. Questa antica tradizione trovava la sua ragione di essere nella volontà di garantire anche agli indigenti un pasto nel giorno della festa del patrono del borgo, la cui statua è custodita proprio in questa piccola e singolare chiesa.