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Non è facile datare l'edificio religioso, anche se di sicuro sappiamo che il documento più antico, autentico, che ne fa riferimento è la Bolla di Pasquale II (1100) che si conserva nell’archivio delle Cattedrale di Troia.
Il piccolo edificio religioso risale al XII secolo ed era in origine gestito dai monaci del Monastero di San Nicola, che costituì il nucleo originario del Borgo di Celle San Vito. In seguito la proprietà e il culto passarono prima al Clero Ricettizio di Castelluccio Valmaggiore, quindi sotto la giurisdizione del Comune di Celle San Vito, anche se l'edificio ricade nel territorio della vicina Faeto.
Tra la Chiesa e la Taverna, oggi masseria dei conti Maresca, si trova la sorgente, Mutatio Aquilonis, con fontana da cui nasce il fiume Celone (o Aquilone). Sulla facciata del Casale, che ci è pervenuto con le fattezze cinquecentesche, è murato un cippo con un iscrizione del 213 d.C. dedicata a Caracalla, a testimoniare l'antica funzione di questo edificio. Per decenni la Chiesetta dedicata a "Sant'Uìte", oggi recuperata, è stata un rudere di indubbio fascino, che però nel tempo ha perso gran parte dei suoi caratteri, come per esempio lo straordinario rosone in pietra viva che decorava la piccola facciata, trafugato anni fa da ignoti.