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I mosaici di San Giusto sono stati rinvenuti nell’omonima località, sita a pochi chilometri ad sud-est del centro abitato lucerino. Tra il 1990 e il 1995 vennero eseguiti dei lavori di sbarramento del Torrente Celone al fine di creare una diga; all’interno dell'area di cantiere emerse un’area archeologica relativa ad un insediamento tardo romano e palecristiano sconosciuto.
Gli scavi archeologici, che si svolsero tra il 1995 e il 1997 ad opera della Sovrintendenza della Regione Puglia e dell’Università degli Studi di Bari, interessarono una superficie di circa 4.000 m² e riportarono alla luce un importante insediamento rurale di età romana tardoantica e palecristiana. Il giacimento archeologico è costituito da manufatti appartenenti a fasi cronologiche differenti, e presenta un'incredibile sovrapposizione di interventi, che coprono un periodo di circa otto secoli in cui l’area fu abitata: dal I secolo a.C. al VII d.C.
La sovrapposizione dei manufatti consente di individuare un primo nucleo insediativo, risalente al periodo compreso tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.e costituito da una villa rurale. Al periodo che va dal I al VI secolo d.C. risale invece una grande villa con caratteristiche sia residenziali che produttive, dotata di ambienti decorati da mosaici ed impianti di produzione del vino con torchio, vasche di fermentazione e contenitori infossati per la conservazione. Della prima metà del V secolo d.C. è poi una basilica paleocristiana a tre navate, pianta absidata e nartece collegato ad un battistero circolare esterno; a tale edificio appartengono i mosaici conservati all’interno della struttura realizzata negli orti dell'Ex Convento del SS Salvatore.
Suddetti mosaici (500 mq) decoravano l’intera pavimentazione interna alla chiesa e evidente testimonianza sono del pregio e del ruolo posseduti dal centro di San Giusto all'epoca della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Il pavimento musivo riporta diversi motivi geometrici dell’area adriatica, nord africana e di influenza greca con cerchi concentrici e spire nella navata centrale, rombi, nodi, losanghe, croci greche nelle navate laterali, ed un prezioso emblema circolare a decorazione dell’area presbiteriale. Tra la fine del V e l’inizio del VI secolo d.C. la chiesa originaria venne affiancata ad ovest da un edificio "gemello", definendo così un impianto a “chiesa doppia”, adibito a funzioni funerarie, così come testimoniato dalle circa 70 tombe con corredi rinvenute in loco. Il complesso di San Giusto conobbe quindi un progressivo degrado dalla fine del VII secolo d.c., cui seguì il totale abbandono.