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Il paesaggio rosetano è costellato da splendidi e antichi mulini ad acqua, che sorgevano proprio a ridosso delle diverse sorgenti e dei numerosi corsi d’acqua; il più antico risale al 1338, molti altri sono rimasti in funzione fino al secolo scorso.
Poco lontano dal borgo, scendendo verso la valle del Fortore, ce ne sono due di epoca ottocentesca e che sono stati in funzione fino agli anni '50 del secolo scorso: quello "a monte" è stato recuperato dal Comune ed è diventando un monumento all'archeologia industriale ed ospita il Museo di Arte Antica.
Il bell'edificio è immerso nel verde ed è caratterizzato dalla presenza di una torre colombaia, accanto alla quale un corpo più basso ospitava il vero e proprio mulino, le cui macine erano azionate dalle acque del torrente che scorre sotto lo stesso edificio. Lo stesso torrente, poco più a valle, serviva un secondo mulino ("a valle") prima di confluire nel fiume Fortore.
Le macine del mulino venivano azionate attraverso un albero maestro, dalle cosiddette "ritrecine", ovvero delle ruote orizzontali a loro volta mosse dalla forza dell'acqua. All'interno del mulino a monte oltre alle macine e agli strumenti di lavoro per la cernita di cerali e farine, sono presenti arredi ed oggetti dell'artigianato e della tradizione contadina del XIX secolo.
A nord dell'area dei mulini sorge la Locanda del Mugnaio, mentre nelle antiche vasche di raccolta delle acque sono state realizzate delle piscine, di cui si può godere nei mesi estivi. Il Comune di Roseto sta inoltre sviluppando un progetto di valorizzazione del secondo mulino, in modo da creare un vero e proprio parco dei mulini.