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Informazioni
Il complesso si sviluppò a partire dalla Torre di epoca normanna, su una probabile preesistenza bizantina, fino a comporsi di più ali e corpi per un'estensione totale di circa 2.500 mq. Ad esso si accede dopo aver percorso una breve salita in ciottoli di fiume ed aver costeggiato la Chiesa Madre dedicata all'Assunta.
Collegato alla Torre da un muro di cinta, il Palazzo Ducale è caratterizzato dalla presenza di tre corti, una delle quali fu giardino pensile, spesso location di eventi e festival. Il complesso raggiunge i 15 m di altezza e si sviluppa su tre livelli: il primo, esterno, da su via Port’Alta, ed era occupato dalla servitù, oggi è costituito in prevalenza da abitazioni private; il secondo, all’altezza del sagrato della chiesa, era adibito a magazzini; il terzo, che si affaccia sul cortile principale, era infine occupato dagli appartamenti signorili.
Il palazzo è ancora oggi collegato alla chiesa madre mediante un corridoio sospeso retto dall’ingresso al cortile principale. La passerella chiusa aveva un ruolo strategico: da qui era possibile controllare quanto succedeva all'esterno. Infatti la sua posizione permetteva di sorvegliare il cortile principale, il sagrato della chiesa, il giardino pensile, il presbiterio della chiesa stessa (grazie ad un balconcino poi murato) e, addirittura rimuovendo una mattonella del pavimento, anche il sottostante ingresso del cortile principale.
Le accortezze strategiche per garantire la sicurezza dei signori non si limitavano a questa graziosa guardiola: da più punti degli appartamenti nobiliari partivano tunnel scavati nella roccia che conducevano alle stanze della servitù; una possibile e discreta via di fuga in caso di necessità; un tunnel è ancora visitabile all'interno delle stanze occupate da Museo Parrocchiale.
L’ala esposta a nord si articola in tre zone: il cortile minore, l’ex stalla e il giardino pensile (oggi pavimentato). Sul cortiletto si affacciano, oltre ad alcune adiacenze della torre, anche i locali un tempo adibiti a lavanderia ed oggi occupati dalle cucine di un ristorante didattico. Tra gli ambienti visitabili molto belli quelli delle ex scuderie e del salone di rappresentanza, i cui affreschi riportano lo stemma degli ultimi feudatari di Pietramontecorvino, i Duchi di Montalto di Tocco e il loro curioso motto "Duriora decoxi" ("Ho frantumato cose più dure"). Oggi gli ambienti del Palazzo ospitano un'Ente di Formazione, un Ristorante Didattico e il Museo Archeologico Parrocchiale.