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Si scorge da lontano il rudere di una splendida torre che si staglia sulla sommità della collina: è la Sedia del Diavolo.
L’originale sentinella di pietra, erosa dal tempo e dalle intemperie, fino ad assumere la forma di un curioso sedile, è la preziosa testimonianza dell'esistenza della cittadella medievale fortificata di Montecorvino.
L'antica città venne edificata agli inizi dell’XI secolo dai Bizantini, insieme a Dragonara, Fiorentino, Civitate, Tertiveri e Troja, in un'opera colossale di incastellamento dei profili dolci dei Monti Dauni, nel tentativo di proteggere i propri possedimenti dai sempre più minacciosi attacchi dei Longobardi.
Montecorvino non ebbe vita facile: distrutta nel 1137 da truppe del re normanno Ruggero II D'Altavilla; fu ricostruita e di nuovo abbattuta da Ladislao II nel 1332 e nel 1441 da Alfonso d’Aragona, venne definitivamente abbandonata dopo il terremoto del 1452.
Avvenne così una diaspora dei suoi abitanti che si rifugiarono nelle vicine Volturino, Motta Montecorvino e Pietramontecorvino. Oltre alla torre sono ben visibili le tracce della cerchia muraria medievale e i ruderi dell’antica Cattedrale, dove fu vescovo Sant'Alberto il Normanno.
La leggenda narra che Sant’Alberto apparve in sogno a due donne di Pietramontecorvino, dicendo loro che per alleviare l'opprimente sete dei campi, i Petraioli avrebbero dovuto compiere un pellegrinaggio penitenziale fino a Montecorvino. Così si fece, e durante la via del ritorno dal cielo cadde l’agognata pioggia: il Santo aveva sconfitto la siccità e conquistato eterna devozione. Da allora ogni 16 maggio una carovana variopinta, grazie a enormi palii e allo sventolare di panni variopinti ad essi legati, ripete un cammino di fede, tradizione e identità culturale.